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I vantaggi legati al consumo di una Spirulina sicura

Vediamo nel dettaglio quali sono i migliori metodi di coltivazione di Spirulina. Analizziamo perché sono importanti e che effetto hanno sul prodotto finale.

Parlando di Spirulina ci si riferisce alla microalga, o più correttamente cianobatterio, Arthrospira platensis. Questo primordiale organismo fotosintetico è originario dei bacini alcalini del Ciad e del Messico ma, ormai da diversi decenni, viene coltivata in tutto il mondo per le sue notevoli e riconosciute proprietà nutritive.

L'alimento del Futuro

Per essere considerata di elevata qualità, Spirulina dovrebbe contenere almeno il 60% di proteine. La restante parte sono prevalentemente carboidrati e in minima parte lipidi.

Le proteine di questa microalga sono, tra quelle vegetali, quelle che maggiormente si avvicinano per valore biologico alle proteine animali.

La Spirulina contiene tutti gli amminoacidi, inclusi gli essenziali e presenta ottime percentuali degli amminoacidi più pregiati, i cosiddetti BCAA (amminoacidi ramificati). A differenza di altre fonti proteiche vegetali non presenta alcun fattore antinutrizionale, come gli allergizzanti o i fitoestrogeni contenuti ad esempio nella soia.

Altri componenti di pregio di questa alga sono i sali minerali, tra cui ferro e calcio organicati e quindi altamente biodisponibili, e vitamine, alle volte presenti sotto forma di provitamine.

Spirulina contiene inoltre preziosi biocomposti, sui quali solo ultimamente si è cominciato ad indagare in maniera approfondita, che le conferiscono numerose proprietà benefiche, come ad esempio la prevenzione dell’ipertensione, la stimolazione del sistema immunitario e un effetto antiossidante e anticancerogeno, solo per citarne alcuni.

Immagine di Spirulina vista al microscopio

Quanto detto fa capire come sia calzante l’appellativo attribuito dalla FAO a questa microalga quale “alimento del futuro per le sue qualità nutritive”.

I diversi metodi di coltivazione di Spirulina

Come detto precedentemente, Spirulina viene coltivata da decenni in molte parti del mondo e con tecnologie molto diverse tra loro. Il metodo più antico e sostanzialmente più semplice può essere considerato quello delle vasche aperte (o pond) in cui viene fatta circolare l’alga insieme alla sua acqua di vegetazione fino al raggiungimento delle concentrazioni cellulari idonee alla raccolta.

I più grossi produttori al mondo in Asia o negli Stati Uniti utilizzano enormi pond all’aperto dove, come è facilmente intuibile, le microalghe sono esposte a contaminazioni di tipo biologico (pests, batteri, muffe, tossine) e chimico (metalli pesanti, pesticidi, fitofarmaci).

In Italia molti dei produttori di Spirulina collocano le loro vasche all’interno di serre protettive e coltivano l’alga in ambienti puliti e controllati, in modo da prevenire, almeno in parte, le contaminazioni della biomassa.

Il metodo di coltivazione più innovativo e sicuro per il consumatore è invece quello dell’utilizzo dei cosiddetti “fotobioreattori”, particolari sistemi semichiusi in cui l’alga può circolare e riprodursi senza mai entrare in contatto con fattori inquinanti esterni. In questi reattori tutti i parametri, come temperatura, pH e salinità sono costantemente controllati per poter garantire l’ottenimento di un prodotto di elevata qualità.

Come il metodo di coltivazione influenza la qualità

Come detto Spirulina è un microrganismo che si sviluppa in ambiente acquatico e quindi, proprio per questa sua caratteristica, il modo in cui viene coltivato è fondamentale per la sua qualità e sicurezza.

I meccanismi biologici di questa microalga fanno sì che, qualsiasi sostanza essa trovi nel liquido nel quale viene coltivata, vengano assimilati e immagazzinati all’interno della stessa.

Al lettore più attento sarà subito chiaro come questo meccanismo possa essere un vero e proprio pericolo per il consumatore.

Ipotizzando infatti di coltivare Spirulina in un liquido contenente tracce di inquinanti come, ad esempio, possono essere metalli pesanti o pesticidi e fitofarmaci, avremo la certezza di trovare un prodotto finale che ne contenga quantitativi anche significativi, a causa del sistema del bioaccumulo.

Appare quindi evidente come sia fondamentale scegliere alghe che siano coltivate in modo sicuro e certo non in grandi vasche all’aperto, dove le stesse sono esposte a ogni tipo di contaminazione chimica e non.

Altro fattore fondamentale è la qualità dell’acqua utilizzata per la coltivazione: come detto questa è infatti il principale veicolo per metalli pesanti e molecole potenzialmente pericolose per Spirulina.

Sappiamo con certezza che i protocolli di coltivazione di Spirulina in molte nazioni extraEU prevedono l’utilizzo di acque non sicure, alle volte anche prelevate dal mare e, per quanto spesso questo tipo di acque siano filtrate, risulterà impossibile avere un liquido di coltivazione pulito e completamente sicuro.

Le tecnologie odierne però forniscono una risposta a queste problematiche: come detto infatti i produttori più innovativi ricorrono all’uso dei cosiddetti “fotobioreattori”.

Essendo questi dei sistemi semichiusi risulta molto più semplice avere il controllo puntuale di quanto entra in contatto con il liquido di coltura: acqua microfiltrata e sottoposta ad analisi continue, sali minerali certificati e materiale idonei al contatto con gli alimenti.

L'origine è importante, come anche la lettura attenta dell'etichetta

È parere di chi scrive che sia sempre da preferire Spirulina, come tutte le altre microalghe, prodotta in Unione Europea, o meglio in Italia. Solo così avremo la garanzia che il produttore abbia dovuto rispettare tutta una serie di norme molto precise che hanno come unico scopo quello di tutelare il consumatore.

Scegliendo invece un prodotto di scarsa qualità, avremo forse il vantaggio di poterlo acquistare ad un prezzo più vantaggioso ma correremo il rischio di consumare un prodotto potenzialmente dannoso per la nostra salute.

È fondamentale inoltre leggere con attenzione l’etichetta, un escamotage comune tra molti produttori di integratori è quello di comunicare, in modo ben visibile, la nazione dove Spirulina viene lavorata e trasformata in capsule o compresse ma, come abbiamo ormai ben capito, l’informazione più importante per noi consumatori è invece il luogo dove questa viene coltivata.

Sarà buona norma per il consumatore attento accertarsi di questa informazione prima di procedere all’acquisto di un integratore a base di Spirulina.

I possibili rischi legati al consumo di spirulina di bassa qualità

I principali rischi legati al consumo di Spirulina di bassa qualità sono legati alle cianotossine, alle contaminazione batteriche e ai metalli pesanti.

A tal proposito l’ANSES (agenzia di sicurezza alimentare francese) nel 2018, dopo un serie di preoccupanti segnalazioni, ha messo in guardia i consumatori francesi, da Spirulina coltivata in maniera non sicura di origine extraEU in riferimento alle contaminazione sopra citate.

Le cianotossine sono epatotossine sintetizzate da alcuni cianobatteri, possono danneggiare lo stomaco o peggio causare danni al fegato. Bisogna precisare che non solo Spirulina non produce nessuna cianotossina ma anzi esistono evidenze scientifiche che un suo consumo protegga il fegato dallo stress ossidativo e da danni causati dalla cirrosi epatica.

Queste pericolose molecole vengono talvolta rinvenute in campioni di Spirulina a causa del fatto che le coltivazioni fossero contaminate da cianobatteri tossici.

Per quanto riguarda le contaminazione batteriche bisogna ricercarne il motivo non tanto nel modo in cui Spirulina è coltivata, quanto nella lavorazione e nella conservazione.

Come sappiamo uno dei fattori che determina la degradazione batterica di un alimento è il suo contenuto proteico, unito alla presenza di acqua.

Nel momento in cui Spirulina viene estratta dal suo mezzo di coltura è fondamentale completare l’essiccazione nel più breve tempo possibile, proprio perché in quel lasso di tempo possono proliferare batteri che degraderanno irrimediabilmente la biomassa.

Molti produttori stranieri per abbattere il costo di produzione sono soliti essiccare il prodotto al sole, per un periodo molto lungo.

Non stupisce quindi scoprire che tale pratica è associata a una Spirulina con un’elevata carica batterica. Anche la conservazione come accennato è molto importante.

Una volta essiccata Spirulina può comunque essere degradata da contaminazioni batteriche, ecco quindi che una conservazione sottovuoto, in piccoli lotti e entro i termini prescritti dalla legge, garantirà un prodotto salubre e che mantenga tutte le caratteristiche organolettiche e bioattive.

I metalli pesanti invece contaminano Spirulina dal liquido nel quale questa viene coltivata, come descritto nel paragrafo precedente. Alcuni studi hanno trovato contaminazione di metalli pesanti in circa metà dei prodotti commerciali testati, con prevalenza nei campioni provenienti da India e Stati Uniti, con invece valori minimi nei campioni europei.

Alla luce di quanto fin qui detto apparirà ancora più evidente al lettore come l’origine di Spirulina sia fondamentale per poter essere certi di consumare un prodotto sano, sicuro e garantito.

Spirulina come ingrediente alimentare

Il semilavorato attualmente disponibile sul mercato si divide in scaglie e polvere ed entrambi i formati si prestano particolarmente bene per essere addizionati ai più diversi tipi di preparazioni alimentari.

Per scaglie si intende il prodotto solamente grattugiato dopo la raccolta e l’essiccazione. Spirulina in questa forma è quella che conserva maggiormente le sue caratteristiche bioattive e quindi la sua funzionalità. La dimensione delle scaglie varia in base al produttore, ma generalmente si parla di una granulometria di pochi millimetri.
Per l’uso domestico questo tipo di semilavorato si presta particolarmente bene all’aggiunta a molte ricette, dai prodotti da forno alle insalate o ai frullati. Un’aggiunta anche modesta (2-3%) conferisce al prodotto finito una pigmentazione verde intensa irregolare e una componente croccante durante la masticazione, due aspetti entrambi molto attraenti per valorizzare anche le ricette più semplici.

Il formato più comune nel quale viene commercializzata Spirulina è però la polvere. Il processo produttivo prevede un’ulteriore macinazione fine successiva alla raccolta. Anche questo è un processo molto delicato che, se non eseguito in maniera controllata, può portare alla perdita di parte delle proprietà alimentari di Spirulina a causa dell’ossidazione e del riscaldamento prolungato.

Questa tipologia di prodotto, che può essere utilizzata in una vasta gamma di preparazioni in quantitativi simili a quelli delle scaglie, conferirà al prodotto finito una colorazione verde uniforme e un leggero sentore di sapidità.

Bisogna comunque precisare che, sottoponendo Spirulina ad alte temperature per tempi prolungati si potrebbe verificare la perdita di parte delle funzionalità nutrizionali, come ad esempio quelle apportate dalle vitamine, notoriamente termolabili. Il problema persiste, ma in maniera molto minore, in caso di cotture a temperature più blande o per tempi brevi.

Acquistando Spirulina con l’intento di usarlo come ingrediente, sarà parimenti importante sceglierne una di elevata qualità e proveniente da produttori certificati e sicuri.

Paragonando infatti una Spirulina proveniente da una coltivazione non controllata a una coltivata in fotobioreattori, noteremo che la prima avrà non solo una ridotta capacità bioattiva, ma anche, e questo interessa particolarmente chi intenda usarla nelle preparazioni alimentari, delle caratteristiche organolettiche nettamente peggiori.

Spirulina di qualità avrà un colore verde scuro, indice di un alto contenuto di clorofille e ficocianine, mentre un’alga verde chiaro o tendente al giallo può contenere anche il 10-15 % di proteine in meno.

Spirulina di bassa qualità, quindi con una elevata carica batterica, a livello di gusto e olfatto presenterà note pungenti e fastidiose in grado di penalizzare, qualora aggiunta anche in piccole percentuali, ogni ricetta che la contenga.

Riassumendo quindi, Spirulina di elevata qualità si presta particolarmente bene all’utilizzo come ingrediente alimentare in quanto, oltre a apportare notevoli migliorie dal punto di vista nutrizionale, rende anche più visivamente accattivante il prodotto al quale viene addizionata, lasciando pressoché inalterate le caratteristiche olfattive e gustative.

Il paradosso del biologico

L’obiettivo di questo articolo è quello di far chiarezza in merito al consumo di un autentico superfood ma che, come visto, può presentare diverse insidie per il consumatore.

In chiusura di questa analisi andremo brevemente a citare il paradosso riguardante la certificazioni biologica di alghe e microalghe.

L’argomento è complesso e difficile da padroneggiare anche per gli addetti ai lavori ma al consumatore basterà sapere che le normative per le produzioni biologiche di microalghe possono essere anche radicalmente diverse a seconda della nazione dove queste vengono prodotte.

In particolare il mercato italiano di Spirulina biologica è saldamente occupato da produzioni provenienti in particolare da Cina e India dove la normativa per il biologico risulta molto più permissiva di quella europea.

Per la maggior parte di queste produzioni stiamo parlando di metodi di coltivazione all’aperto, con lavorazioni lente e non sempre controllate con tutti i rischi per il consumatore elencati finora.

A cura di

Renato Cipriani

Comitato scientifico di ND

Ethos coltiva Spirulina in Italia in fotobioreattori chiusi, una tecnologia proprietaria che garantisce un prodotto puro, scevro da qualsiasi impurità.

L'alimento del futuro è una risorsa che va sfruttata in modo etico e sostenibile.

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